Le farfalle hanno evoluto molti sistemi difensivi per mimetizzarsi e sfuggire ai loro principali predatori, quali uccelli e rettili, che hanno un'ottima percezione del colore e un sistema di caccia basato soprattutto sull'osservazione. Se una farfalla si camuffa perfettamente nell'ambiente circostante, le sue probabilità di sopravvivenza si accrescono.
Gli uccelli sono acerrimi nemici delle farfalle a tutti gli stadi: nel caso della falena Yponomeuta è stato calcolato che solo il 5% delle uova deposte arriva allo stadio di adulto, mentre il 95% viene mangiato dagli uccelli nei vari stadi di uovo, bruco, crisalide e farfalla. Tutti gli stadi precedenti dell'adulto rappresentano il cibo preferito da molti piccoli vertebrati, in quanto sono prede spesso inoffensive e poco mobili; altri nemici dei Lepidotteri sono invertebrati come ragni, mantidi religiose, asilidi (mosche assassine) ed altri insetti predatori.
Dal momento della deposizione delle uova, la percentuale delle farfalle che raggiungono lo stadio di adulto è sempre molto bassa, in media inferiore al 5%. La quasi totalità degli individui, infatti, viene predata o parassita già a livello di uovo. Tra i peggiori nemici vi sono piccolissimi Imenotteri parassiti, soprattutto Icneumonidi e Bracoinidi, che si nutrono del materiale conservato nelle uova. Si stima che nelle foreste tropicali ben il 90% delle uova di farfalle venga distrutto dai parassiti e da altri predatori.
Anche i bruchi non hanno vita facile perché, rispetto allo stadio di uovo, il numero di parassiti e di predatori aumenta; inoltre, esiste una elevata possibilità che nelle colonie si sviluppino virus mortali, batteri e funghi patogeni. È stato calcolato che nelle prime fasi della loro crescita i bruchi sono cibo soprattutto di invertebrati, come Coleotteri ed Imenotteri, mentre negli stadi successivi i vertebrati hanno un ruolo più incisivo. Anche in questo caso gli antagonisti peggiori sono gli Imenotteri, capaci di sterminare un numero estremamente elevato di individui. Le femmine di tali Imenotteri, grazie ad un ovopositore, depongono da 1 a 150 uova direttamente sopra o dentro il corpo dei bruchi, che verranno in seguito consumati vivi dalle larve.
Anche le crisalidi sono soggette a predazione e parassitismo. Esiste una specie chiamata pteromalide delle pupe, Pteromalus puparum, che si posa sul dorso dei bruchi pronti ad incrisalidarsi. Questo insetto aspetta la formazione della crisalide e, appena questa fase è terminata, punge la cuticola ancora morbida deponendovi le proprie uova. Le crisalidi dal canto loro possono comunque muoversi, seppure di poco, con violenti ed improvvisi movimenti dell'addome; quanto basta per far perdere, a volte, la presa ai loro parassiti.
I bruchi di alcune farfalle, come la cavolaia maggiore, sono in grado di cambiare il colore della cuticola a seconda del posto su cui si fermano per incrisalidarsi; per cui troviamo crisalidi della stessa specie con colore giallo o verde, grigio o perfino nero. Altre imitano la forma delle foglie, di spine o di escrementi di uccelli. Circa l'80% delle crisalidi dei nostri prati muore per gli attacchi di parassiti e predatori o per i rigori invernali: una mortalità talvolta superiore a quella di uova e bruchi.
Riferimenti:
Gli uccelli sono acerrimi nemici delle farfalle a tutti gli stadi: nel caso della falena Yponomeuta è stato calcolato che solo il 5% delle uova deposte arriva allo stadio di adulto, mentre il 95% viene mangiato dagli uccelli nei vari stadi di uovo, bruco, crisalide e farfalla. Tutti gli stadi precedenti dell'adulto rappresentano il cibo preferito da molti piccoli vertebrati, in quanto sono prede spesso inoffensive e poco mobili; altri nemici dei Lepidotteri sono invertebrati come ragni, mantidi religiose, asilidi (mosche assassine) ed altri insetti predatori.
Un dittero asilide ha appena catturato una farfalla satirina (Maniola jurtina). |
Dal momento della deposizione delle uova, la percentuale delle farfalle che raggiungono lo stadio di adulto è sempre molto bassa, in media inferiore al 5%. La quasi totalità degli individui, infatti, viene predata o parassita già a livello di uovo. Tra i peggiori nemici vi sono piccolissimi Imenotteri parassiti, soprattutto Icneumonidi e Bracoinidi, che si nutrono del materiale conservato nelle uova. Si stima che nelle foreste tropicali ben il 90% delle uova di farfalle venga distrutto dai parassiti e da altri predatori.
Una Chetosia biblis catturata in una ragnatela. |
Anche i bruchi non hanno vita facile perché, rispetto allo stadio di uovo, il numero di parassiti e di predatori aumenta; inoltre, esiste una elevata possibilità che nelle colonie si sviluppino virus mortali, batteri e funghi patogeni. È stato calcolato che nelle prime fasi della loro crescita i bruchi sono cibo soprattutto di invertebrati, come Coleotteri ed Imenotteri, mentre negli stadi successivi i vertebrati hanno un ruolo più incisivo. Anche in questo caso gli antagonisti peggiori sono gli Imenotteri, capaci di sterminare un numero estremamente elevato di individui. Le femmine di tali Imenotteri, grazie ad un ovopositore, depongono da 1 a 150 uova direttamente sopra o dentro il corpo dei bruchi, che verranno in seguito consumati vivi dalle larve.
Gli uccelli sono acerrimi predatori di farfalle. |
Anche le crisalidi sono soggette a predazione e parassitismo. Esiste una specie chiamata pteromalide delle pupe, Pteromalus puparum, che si posa sul dorso dei bruchi pronti ad incrisalidarsi. Questo insetto aspetta la formazione della crisalide e, appena questa fase è terminata, punge la cuticola ancora morbida deponendovi le proprie uova. Le crisalidi dal canto loro possono comunque muoversi, seppure di poco, con violenti ed improvvisi movimenti dell'addome; quanto basta per far perdere, a volte, la presa ai loro parassiti.
I bruchi di alcune farfalle, come la cavolaia maggiore, sono in grado di cambiare il colore della cuticola a seconda del posto su cui si fermano per incrisalidarsi; per cui troviamo crisalidi della stessa specie con colore giallo o verde, grigio o perfino nero. Altre imitano la forma delle foglie, di spine o di escrementi di uccelli. Circa l'80% delle crisalidi dei nostri prati muore per gli attacchi di parassiti e predatori o per i rigori invernali: una mortalità talvolta superiore a quella di uova e bruchi.
Riferimenti:
- Panzetti. P., Peruzzo A., Pitton. L., Rosa P., Vercellini G., 2003-2004 - Le farfalle più belle del mondo - Alberto Peruzzo Editore SRL, Milano, 250 pp.
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