Il mimetismo batesiano è una forma di difesa adottata da alcune farfalle per sfuggire ai predatori; prende il nome dal suo primo studioso, il naturalista inglese Henry Walter Bates. Egli trascorse undici anni (tra il 1849 e il 1860) nella foresta amazzonica con lo scopo di collezionare e studiare farfalle e, in particolare, esaminò un centinaio di specie di Eliconine (Heliconiinae) e Dismorfine (Dismorphiinae), rispettivamente facenti parte delle famiglie Nymphalidae e Pieridae.
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Eueides isabella e Dismorphia amphione, emblematico esempio di mimetismo tra specie appartenenti a famiglie diverse. |
Classificò gli esemplari in base alla forma e al colore delle ali, caratterizzate dalla sagoma stretta e allungata e dal colore vivace a bande gialle, rosse o azzurre su un fondo nero. Con gran stupore si accorse che alcune specie, benché identiche nell'aspetto, avevano caratteristiche proprie tali da poterle ascriverle addirittura a famiglie diverse. In particolare si accorse che alcune Pieridi (di cui fanno parte le comuni cavolaie, che generalmente sono bianche o gialle) imitavano forme e colori delle eliconie e, tra le altre, trovava la pieride
Leptalis (attualmente
Dismorphia) così simile da scrivere: "Non sono mai riuscito a distinguere le specie di
Leptalis in volo dalle specie rassomiglianti". Bates iniziò a studiare il motivo che aveva spinto farfalle tanto diverse ad assumere forme e colori che hanno provocato accese discussioni tra naturalisti, zoologi e addirittura teologi, con la pubblicazione di migliaia di articoli scientifici negli ultimi cento anni.
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Methona confusa e Patia orise. |
Bates ipotizzò che, se le Pieridi avevano cambiato forma e colore per imitare le
Heliconius, dovevano avere qualche "vantaggio", termine che in natura si traduce con una maggiore probabilità di sopravvivenza. Il naturalista inglese si era accorto che le Eliconine erano numerosissime lungo i sentieri nella foresta ed erano molto appariscenti per via dei loro colori, eppure erano completamente ignorate dagli uccelli. Dedusse così che fossero inappetibili, e che qualsiasi altra farfalla che le avesse imitate avrebbe potuto godere della loro stessa immunità. Da questa considerazione è quindi facile concludere che alcune Pieridi si camuffano da Eliconine per godere di una protezione che in realtà non avrebbero, perché sono farfalle gustose ed appetitose per uccelli ed altri predatori.
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Parides neophilus e Archonias brassolis. |
Quando animali repellenti sono vistosamente colorati tanto da essere facilmente riconoscibili, la loro colorazione assume un significato di avvertimento. Il predatore, dopo aver provato una preda disgustosa, non tenterà più di cibarsi di una dall'aspetto simile, anche se commestibile. L'animale appetibile che imita quello inappetibile recita una parte, come un attore, e si chiama
mimo. La specie che viene imitata si chiama
modello.
La simulazione di forme di avvertimento viene così chiamata mimetismo: ne esistono varie forme, quello batesiano è uno dei più classici e fa parte del tipo chiamato "fanerico". Secondo molti studiosi il mimetismo rappresenta la più importante e significativa applicazione della teoria dell'evoluzione darwiniana ed è la prova più convincente del processo di selezione naturale: generazione per generazione vengono privilegiati gli esemplari che imitano al meglio il loro modello.
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Alcides agathyrsus e Papilio laglaizei, caso di mimetismo batesiano tra una falena e una farfalla. |
Riferimenti:
- Panzetti. P., Peruzzo A., Pitton. L., Rosa P., Vercellini G., 2003-2004 - Le farfalle più belle del mondo - Alberto Peruzzo Editore SRL, Milano, 250 pp.
- Peruzzo A., Pitton L., Vercellini G., 2007 - La natura in 1000 forme e colori, vere farfalle da collezione - Alberto Peruzzo Editore & Geoworld Srl, Milano, 180 pp.
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