Universo dei Lepidotteri #39 - Il mito del baco da seta

Per molti secoli l'origine della seta fu un mistero assoluto per il mondo occidentale, che pur ne conosceva la particolare brillantezza, la sofficità al tatto, grazie al commercio che veniva fatto dalle carovane che percorrevano la via della seta dalla Cina, culla della bachicoltura secondo Confucio.

Due manifesti di fine ottocento sull'allevamento del baco da seta.

Un'antica leggenda narra che l'origine della seta risalga al 2600 a.C., quando il leggendario imperatore Huang-Ti pregò la moglie legittima Si-Ling-Chi di esaminare i bozzoli della seta e di comprovare l'utilità della fibra per poter contribuire alla felicità del suo popolo. Si-Ling-Chi allevò un gran numero di questi insetti e studiò il sistema di ottenere e utilizzare la seta per confezionare vestiti.

Secondo un'altra leggenda la coltivazione e la produzione della seta risalgono al 2460 a.C., anno in cui l'imperatrice Lei-Tsu osservò nei giardini del palazzo un bruco che stava filando il suo bozzolo. Cercò di svolgere il filo, ma non riuscì. Allora provò a immergerlo in acqua calda e osservò che si poteva svolgere la fibra con grande facilità, che era molto resistente e che aveva una lunghezza straordinaria (varie centinaia di metri). Pensò quindi di avvalersi di avvalersi di questa scoperta, dando inizio ad una coltura importantissima per l'uomo. È difficile sapere quale delle due vicende corrisponda a verità, ma di certo si sa che Lei-Tsu è stata venerata come una divinità e il suo nome designa addirittura la costellazione che noi chiamiamo Scorpione. Durante i secoli le imperatrici cinesi continuarono ad essere le depositarie del segreto della sericoltura, che fu mantenuto di generazione in generazione fino al 420 d.C., quando una principessa concessa in sposa a un principe di Khotan, per assecondare il desiderio dello sposo, riuscì a contrabbandare le uova dei bachi e i semi di gelso, nascondendoli nell'ornamento della sua acconciatura.

Dipinto ottocentesco che ritrae il lavoro nelle filande.

Origine e lavorazione della seta rimasero comunque un segreto per l'Occidente fino a quando due monaci, per ordine di Giustiniano, nel VI sec. d.C. riuscirono a trafugare, a rischio della propria vita, una piccola quantità di uova, nascoste nei bastoni da viaggio. Di certo si sa che i primi allevamenti in Occidente iniziarono solo dopo il 550 d.C. in Asia Minore, per poi diffondersi in Grecia e infine in Sicilia attorno all'anno 1000 d.C. Alla fine del Medio Evo la sericoltura divenne un'industria fiorente anche in Spagna, in Francia e nel Nord dell'Italia.

Se dal Bombyx mori si ricava la seta orientale più pregiata, non si deve dimenticare che già nell'antichità si conoscono altre sete, come la seta di Kos, ottenuta dal lasiocampide Pachypasa otus, famosa nel mondo greco-romano.
In Europa si è anche tentato di fare colture alternative: nel 1856, il missionario Annibale Fantoni inviò da Shan-Tung all'Accademia di Agricoltura di Torino alcuni bozzoli di Samia cynthia, ma l'allevamento fu successivamente abbandonato poiché il prodotto ottenuto (la sera eri) era comunque inferiore alla seta del Bombyx mori.
Anche la seta tussah, ottenuta dai bozzoli di varie specie del genere Antheraea, e la fagara, proveniente dall'Attacus atlas (falene asiatiche), trovano impiego in commercio, seppur considerate inferiori alla cinese. Esiste inoltre una seta africana chiamata landibe, ottenuta dalle falene Anaphe, i cui bozzoli vengono raccolti sugli alberi del Madagascar dalle tribù Betsileo e Merina.

La Samia cynthia, falena importata e acclimatata in Italia assieme alla sua pianta nutrice.

L'etimologia della parola sericoltura deriva dal greco serikòs, cioè "dei Seri" come venivano chiamati anticamente i Cinesi, anche dai Romani. Secondo Plinio il Vecchio "i Seri sono famosi per la lana delle loro foreste... staccano una peluria bianca dalle foglie e a innaffiano, le donne quindi eseguono il doppio lavoro di dipanarla e tesserla". Come si legge, i Romani non avevano idea di quale fosse la vera originale della seta.

Il baco da seta, Bombyx mori, deve il proprio nome alla famiglia cui appartiene, quella dei Bombycidae, nonché dalla pianta di cui si nutre, il gelso del genere Morus. Gli adulti del baco non sono in grado di volare, questo per l'intervento dell'uomo che, nel corso dei secoli, ha selezionato circa 200 razze diverse attraverso una lunga serie di incroci artificiali. L'accoppiamento dura da 1 a 3 ore e il maschio può ripeterlo fino a 3 volte al giorno. La quantità di uova deposte varia da 400 (razze pure) ad oltre 600 (incroci). La lunghezza della larva è di soli 3 mm, ma durante il ciclo raggiunge 90 mm, con un aumento del volume di 6000 volte e con un aumento del peso di 8/9000 volte, fino a 4/4,5 g. L'insieme delle uova viene detto "Seme bachi" ed è il punto di partenza e di arrivo dell'intero ciclo biologico. Un tempo si vendeva in piccole confezioni. Il filo sericeo ha una lunghezza da 1000 a 2000 m e un diametro tra 10 e 23 μm; è composto da da sostanze proteiche, tra cui fibroina (strato interno al filo della seta) e sericina (strato esterno).


Riferimenti:
  • Panzetti. P., Peruzzo A., Pitton. L., Rosa P., Vercellini G., 2003-2004 - Le farfalle più belle del mondo - Alberto Peruzzo Editore SRL, Milano, 250 pp.

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