Veduta della Val Nure. |
La Val Nure rappresenta uno dei tanti gioielli naturalistici dell'Appennino Piacentino; famosa ai più esperti per la maestosa Rocca dell'Aquila e la cascata del Lardana che, per la sua altezza (almeno 80 metri), è la più alta dell'Appennino Piacentino. Ieri, sabato 7 novembre, ho fatto una escursione in quelle zone dove non ero mai stato prima d'ora.
Nel complesso la giornata non è stata deludente dal punto di vista degli avvistamenti, soprattutto fra le località di Cassimoreno e Roffi, nel Comune di Ferriere. Da segnalare è l'effetto della piena del Lardana avvenuta a settembre di quest'anno, durante l'alluvione che ha colpito duramente le valli del Trebbia e del Nure. Di fatto, il sentiero indicato dal segnavia bianco-rosso 033 risulta non più praticabile. La forza dell'acqua ha infatti scavato una voragine enorme portando a valle una valanga di macigni e un non precisato numero di sfortunati alberi di faggio. La cascata del Lardana è ancora visibile nella sua interezza, anche se da distante. La parte rimanente del sentiero, in un punto in cui è già possibile vedere la cascata, corre lungo il ciglio della voragine franosa, risultando poco sicuro dal punto di vista della stabilità. Già nel tratto iniziale del sentiero, dopo aver superato il centro abitato di Roffi, ci si imbatte in un fosso scavato da un torrente; a quel punto è ancora possibile riconnettersi al sentiero grazie ad una "via provvisoria".
Lepidottero dall'aspetto primitivo, attivo durante il giorno. Ne ho visti diversi individui svolazzare sopra al vallone del rio Lardana. |
Su un letto di foglie di faggio in mezzo al sentiero, salta all'occhio la sagoma di una falena...
Si tratta della falena Agriopis aurantiaria, appartenente alla famiglia dei Geometridae. Durante il giorno, i suoi colori autunnali le permettono di confondersi con l'ambiente circostante.
Sulla via del ritorno tra Roffi e Cassimoreno, risulta abbastanza comune la Lycaena phlaeas.
Rispettivamente da sinistra, maschio e femmina di L. phlaeas.
Altre farfalle avvistate in quella zona sono: Colias alfacariensis, Pieris rapae e un non identificato maschio di Polyommatus sp. dalla colorazione bianco-grigiastro.
Qui sotto: alcune immagini emblematiche dei danni causati dall'alluvione di settembre.
Il resoconto delle specie e del numero di individui avvistati è il seguente:
Agriopis aurantiaria: 1
Colias alfacariensis: 2
Colias crocea: 2, nel Comune di Corte Brugnatella
Lepidoptera, sp?: +6
Lycaena phlaeas: 4
Pieris rapae: 1
Polyommatus sp.: 1
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