Identificare le farfalle d'Italia: le galatee

Femmina di Melanargia galathea fotografata in Val Trebbia.

Esistono generi di farfalle talmente caratteristici da risultare molto facili da riconoscere sul campo, anche per un'occhio ancora inesperto. Un bell'esempio a tal proposito riguarda le farfalle del genere Melanargia, riconoscibili per i loro colori caratterizzati da un elegante composizione di disegni neri e bianchi

Le Melanargia vengono comunemente chiamate galatee, sulla base della specie più comune e rappresentativa, la Melanargia galathea. In Italia volano quattro specie: M. galathea, M. occitanica, M. russiae e M. arge. La prima è ampiamente diffusa su tutto il territorio ed è molto comune. Le altre tre sono distribuite in areali più circoscritti. Alcuni non sono mai sovrapposti, come nel caso di M. occitanica e M. arge: laddove la prima è limitata alla Liguria di ponente, la seconda si trova solamente nel Sud e Centro Italia. Tutte le galatee sono assenti in Sardegna.

Melanargia galathea e Melanargia russiae
Le prime specie che andiamo ad affrontare sono piuttosto simili tra loro, sia per quanto riguarda la colorazione  di entrambi i lati delle ali. Nonostante l'areale della galatea si sovrapponga alla specie sorella, fortunatamente, possiamo fare affidamento su caratteri ricorrenti molto affidabili.

Tav. 1a

La prima parte da guardare, sul lato superiore, è sicuramente la cellula: in M. galathea è prevalentemente bianca (1) mentre, nella congenere, presenta una macchia allungata dai contorni irregolari (2). Sull'ala posteriore di M. galathea si osserva, sul lato più esterno della cellula, una linea sottile nera che possiamo intendere come interruzione della macchia nera, localizzata verso il margine costale (3). In M. occitanica, nella stesso punto, la macchia nera non presenta alcuna interruzione, dalla base fino al margine più esterno della cellula (4).

Tav. 1b

Sul lato inferiore dell'ala posteriore si trova il carattere diagnostico utile per un'immediata distinzione. La banda centrale di M. galathea, di forma irregolare, è interrotta nell'area centrale (1). Nella congenere questa banda si sviluppa continuativamente dal margine costale fino al margine interno (2).

Melanargia arge e Melanargia occitanica
Ci sono casi di specie del tutto simili di aspetto, ma tuttavia nettamente separate dal punto di vista geografico. A tal proposito abbiamo il caso di M. arge e M. occitanica, due specie i cui areali sono nettamente separati e molto distanti tra loro. Laddove vola una non vola l'altra, e vice versa. Per quel che riguarda l'Italia, le uniche località note per M. occitanica sono in Liguria di ponente.

Tav. 2a

Lasciando un'attimo da parte il dato della località, possiamo comunque constatare che le due specie sono abbastanza facili da distinguere. Di fatti, nell'area centrale della cellula di M. arge si nota una macchia scura trasversale, che non raggiunge la nervatura vicina (1). Nella M. occitanica la medesima macchia è fusa con quella centrale, che si sviluppa in corrispondenza del lato più esterno della cellula (2).

Tav. 2b

Sul lato inferire la differenza è ancora più palese. È infatti riprodotto il medesimo tipo di macchia cellulare: separata in M. arge (1) e fusa in M. occitanica (2). La differenza più eclatante sta sulle ali posteriori, dove le nervature di M. occitanica sono marcate da disegni marrone-arancio molto appariscenti (3), assenti nella specie sorella.

Il caso ligure: Melanargia occitanica
Come detto prima, la Liguria è l'unica regione italiana in cui è accertata la presenza di M. occitanica. Il dato della località lascia quindi poco spazio ad eventuali dubbi. La specie condivide la sua piccola porzione di areale con un'altro rappresentante ben più comune e diffuso: la M. galathea.

Tav. 3

Sul lato superiore dell'ala anteriore di M. galathea, verso la base dell'interspazio Cu2 (1), c'è una consistente area scura che crea continuità con il disegno dell'interspazio sottostante. In M. occitanica tale interspazio è pulito, ovvero privo di disegno scuro (3). La parte più esterna della cellula di M. galathea è caratterizzata da una macchia nera uniforme (2); la stessa macchia presenta un centro bianco molto evidente in M. occitanica (4). Sull'ala posteriore una differenza sostanziale si trova nell'area submarginale esterna. La M. galathea presenta una macchia nera molto spessa che si estende dal margine costale fino all'angolo anale (5). Nella stessa area, in M. occitanica, sono distinguibili delle macchie ocellari nere, spesso con punto centrale chiaro al centro (6).

Le differenze sul lato inferiore sono ancora più marcate, in quanto la tonalità stessa dei disegni risulta molto differente. Sul lato inferiore dell'ala posteriore di M. galathea i disegni sono di colore molto scuro, quasi nero; nelle femmine la tonalità degli stessi tende al bruno giallastro. Il motivo centrale presenta contorni irregolari, con spolveratura giallastra. In M. occitanica i disegni sono di un bel color nocciola, con eleganti righe centrali dai contorni armoniosi. Le nervature sono, tra l'altro, molto evidenziate rispetto a quelle di M. galathea.

Il caso siciliano: Melanargia occitanica pherusa
Il taxon pherusa, descritto da Boisduval nel 1833, viene considerato da alcuni autori come sottospecie mentre, secondo altri, si tratterebbe di una buona specie. Per il momento, ai fini di questa guida, tratterò questo taxa come sottospecie, in accordo con recenti pubblicazioni in merito al genere Melanargia. Due sottospecie distinte di M. occitanica volano nel nostro paese: quella nominotipica, M. o. occitanica, che vola sono nella Liguria di ponente e la M. o. pherusa, che è molto localizzata nelle montagne a Sud di Palermo.

Tav. 4a

La ferusa ha un aspetto più candido, con disegni neri tendenzialmente meno estesi (vedi Tav. 4a). Sul lato superiore è di aspetto più simile alla M. arge, piuttosto che alla sottospecie nominotipica.

Tav. 4b

Sul lato inferiore i disegni sono decisamente meno marcati rispetto all'occitanica (vedi Tav. 4b).


Note
- Le immagini di Tav. 1a e Tav. 2b figurano un esemplare di M. russiae della coll. Grillo, conservato presso il Museo di Storia Naturale "G. Doria".
- Le immagini di Tav. 2a e Tav. 2b figurano rispettivamente un esemplare di M. arge della coll. Grillo e M. occitanica della coll. Storace, conservati presso il Museo di Storia Naturale "G. Doria".
- Tutte le immagini di Tav. 3 figurano esemplari della coll. Storace, conservati presso il Museo di Storia Naturale "G. Doria".
- Tutte le immagini di Tav. 4a e Tav. 4b figurano esemplari della coll. Grillo, conservati presso il Museo di Storia Naturale "G. Doria".

Ringrazio Enrico Gallo per avermi aiutato nella scelta degli esemplari di M. o. pherusa da utilizzare per questa guida.

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