Dietro alla scoperta di una nuova specie si celano spesso aneddoti e curiosità che meritano di essere raccontati. Vicende personali legate soprattutto al caso o ad una fortuita serie di coincidenze. Proprio una serie di coincidenze ha fatto sì che potessi contribuire alla conoscenza di una specie scoperta solo l'anno scorso: Argynnis gibeauxi, descritta dall'entomologo belga Francis Coenen.
Per chi come me è un buon frequentatore della Val Trebbia la bella pafia, Argynnis paphia, è forse una delle specie di farfalle più comuni e "banali" che si possano osservare lungo le strade e nei prati a ridosso dei boschi. Una farfalla il cui areale si estende dall'Algeria al Giappone, attraverso tutta l'Eurasia temperata; in Italia è presente quasi ovunque. Ne sono note diverse sottospecie tra cui quella nominotipica paphia, diffusa praticamente in tutta Europa. Più ad oriente, in Cina, vola la sottospecie megalegoria che, a differenza della nostra comune pafia, presenta disegni neri più marcati.
L'Argynnis che non ti aspetti
Per quel che mi riguarda tutto inizia la mattina di sabato 14 aprile del 2012. È la mia seconda volta ad Entomodena (in quel periodo usavo ancora un'ingombrante scatola di legno a tracolla come trasporto per gli acquisti). Dopo aver girato tutta la fiera più di una volta, mi ritrovo con la scatola quasi piena. Tra gli esemplari che mi sono portato a casa, prevalentemente di provenienza extraeuropea, c'è anche una serie di farfalle in bustina provenienti da una località della Cina. Tra queste c'è una coppia di farfalle del genere Argynnis.
Ho acquistato quel lotto di farfalle cinesi principalmente per i seguenti motivi: per prima cosa mi piaceva l'idea di poter preparare esemplari ancora imbustati. In seconda istanza sono rimasto attirato dai cartellini con i dati di raccolta. Per la scelta degli esemplari ho seguito un semplice criterio di qualità. Per quel che riguarda le Argynnis, volevo avere almeno una coppia originaria di una zona remota della Cina da poter confrontare con esemplari di A. paphia già presenti in collezione.
Dal mio punto di vista non sono nulla di così eccezionale; determino quindi i due esemplari semplicemente come una varietà di A. paphia. Passano gli anni, la collezione attraversa momenti di alti e bassi, tra riordini, spostamenti e disinfestazioni.
Una sera di dicembre del 2015 sono di ritorno da un pomeriggio trascorso al Museo di Genova. Con me c'è Enrico Gallo, amico esperto di Lepidotteri. Tra un discorso e l'altro Enrico mi svela che lui, assieme a Costantino della Bruna, stanno lavorando alla descrizione di una nuova specie di Argynnis originaria della Cina: tale specie sarà conosciuta come Argynnis westphali. Io gli dico che in collezione ho due esemplari di Argynnis cinesi acquistati ad Entomodena qualche anno prima. Giusto per fugare ogni dubbio, ci mettiamo d'accordo per visionare attentamente tali esemplari.
Qualche tempo prima presso la sede della Società Entomologica Italiana, più precisamente il 28 novembre 2015, Enrico legge una pubblicazione sulla rivista Lambillionea dal titolo Description d’un Argynnis nouveau de Chine: A. gibeauxi n. sp. (Lepidoptera, Nymphalidae, Heliconiinae), il cui autore è Francis Coenen. Rientrato a casa la sera stessa, Enrico controlla subito tutti i suoi esemplari di Argynnis cinesi. Con un certo stupore non solo scopre di avere un esemplare maschio di Argynnis gibeauxi, bensì due ulteriori esemplari di una specie assolutamente inedita per la scienza. La scoperta è stata possibile grazie all'analisi dei genitali, pratica quanto mai fondamentale in casi di specie apparentemente indistinguibili dal punto di vista della morfologia esterna e della colorazione.
Il 2 gennaio dell'anno seguente ho appuntamento a casa di Enrico per far luce sulla corretta determinazione dei miei esemplari cinesi. Qualche giorno prima gli avevo già comunicato i dati scritti sui cartellini che, guarda caso, corrispondono esattamente a quelli di A. gibeauxi. La certezza non è assoluta, dato che questa nuova specie, di cui sono noti pochissimi esemplari, è simpatrica con Argynnis paphia megalegoria. Dopo una attenta e meticolosa analisi Enrico giunge alla conclusione che entrambi gli esemplari di Argynnis sono, di fatto, riconducibili ad A. gibeauxi. Nella pubblicazione di Coenen, al paragrafo relativo alla descrizione, c'è scritto "La femmina è attualmente sconosciuta". A quel momento, apparentemente, sono l'unica persona a possedere una femmina di A. gibeauxi. Realizzo che si tratta di un esemplare dall'indubbio valore scientifico, di cui sarà necessaria la descrizione. Enrico ed io concordiamo di inserire la descrizione della femmina all'interno del lavoro su A. westphali.
Durante uno spostamento da una scatola ad un'altra l'antenna destra della femmina si è spezzata; ho provveduto quindi a ripararla al meglio delle mie possibilità.
Il 24 ottobre, sulla rivista tedesca NEVA (Nachrichten des Entomologischen Vereins Apollo), viene pubblicato l'articolo dal titolo New data on the species-group of Argynnis paphia in China, with description of a new taxon: Argynnis westphali sp. n. (Lepidoptera: Nymphalidae, Heliconiinae), di cui Enrico Gallo e Costantino della Bruna sono gli autori.
Riporto testualmente dal suddetto articolo - ...we have checked all the Chinese specimens of A. paphia in our collections. Out of a total of 39 specimens (23 ♂♂ and 16 ♀♀, of which 11 belong to the dark colour morph valesinides Fruhstorfer, 1907), coming from various localities of Sichuan and Zhejiang, only one ♂ collected in Sichuan not far from Ya’an presented the external features indicated by Coenen to be diagnostic of the new species. Its genitalia showed, without any doubt, that it belongs to A. gibeauxi of which, however, the female remained unknown. Soon after, checking the collection of our friend Alessandro Bisi of Genoa, we found two Chinese specimens of Argynnis, ♂ and ♀, purchased by him in 2012, exactly labelled as those of the type series of A. gibeauxi: China, Sichuan, Maipu, Jiulong, 10.–28. vii. 2008, Vladimir Major coll. In the wing pattern of these two specimens the external diagnostic characters of gibeauxi were so evident that their identification was possible with no doubts. The female is therefore hereunder described and figured for the first time.
Elenco di seguito le immagini della coppia di A. gibeauxi attualmente conservata nella mia collezione, ottenute con un nuovo dispositivo autocostruito, concepito per scattare immagini di esemplari in alta qualità.
Un carattere distintivo di questa nuova specie va ricercato sul lato inferiore dell'ala posteriore. La prima banda argentea che osserviamo, partendo dalla base, si estende fin quasi a lambire la banda mediana; questo carattere si osserva in entrambe i sessi. La stessa banda basale è visibilmente meno estesa in A. paphia.
A. gibeauxi è dedicata al lepidotterologo francese Christian Gibeaux, in ringraziamento di oltre quarant'anni di solida amicizia e collaborazione con Francis Coenen, l'autore della descrizione. In conclusione di questo post desidero ringraziare Enrico Gallo, per me carissimo amico, nonché valente maestro di entomologia. Desidero ringraziare soprattutto Francis, con cui ho avuto un piacevole scambio di messaggi in merito a questa specie durante la preparazione del post. Lui mi ha detto, tra l'altro, che i suoi esemplari sono stati acquistati dopo i miei, all'incirca due anni fa.
Per chi come me è un buon frequentatore della Val Trebbia la bella pafia, Argynnis paphia, è forse una delle specie di farfalle più comuni e "banali" che si possano osservare lungo le strade e nei prati a ridosso dei boschi. Una farfalla il cui areale si estende dall'Algeria al Giappone, attraverso tutta l'Eurasia temperata; in Italia è presente quasi ovunque. Ne sono note diverse sottospecie tra cui quella nominotipica paphia, diffusa praticamente in tutta Europa. Più ad oriente, in Cina, vola la sottospecie megalegoria che, a differenza della nostra comune pafia, presenta disegni neri più marcati.
L'Argynnis che non ti aspetti
Per quel che mi riguarda tutto inizia la mattina di sabato 14 aprile del 2012. È la mia seconda volta ad Entomodena (in quel periodo usavo ancora un'ingombrante scatola di legno a tracolla come trasporto per gli acquisti). Dopo aver girato tutta la fiera più di una volta, mi ritrovo con la scatola quasi piena. Tra gli esemplari che mi sono portato a casa, prevalentemente di provenienza extraeuropea, c'è anche una serie di farfalle in bustina provenienti da una località della Cina. Tra queste c'è una coppia di farfalle del genere Argynnis.
La coppia di Argynnis gibeauxi nel novembre 2012. |
Ho acquistato quel lotto di farfalle cinesi principalmente per i seguenti motivi: per prima cosa mi piaceva l'idea di poter preparare esemplari ancora imbustati. In seconda istanza sono rimasto attirato dai cartellini con i dati di raccolta. Per la scelta degli esemplari ho seguito un semplice criterio di qualità. Per quel che riguarda le Argynnis, volevo avere almeno una coppia originaria di una zona remota della Cina da poter confrontare con esemplari di A. paphia già presenti in collezione.
Dal mio punto di vista non sono nulla di così eccezionale; determino quindi i due esemplari semplicemente come una varietà di A. paphia. Passano gli anni, la collezione attraversa momenti di alti e bassi, tra riordini, spostamenti e disinfestazioni.
Una sera di dicembre del 2015 sono di ritorno da un pomeriggio trascorso al Museo di Genova. Con me c'è Enrico Gallo, amico esperto di Lepidotteri. Tra un discorso e l'altro Enrico mi svela che lui, assieme a Costantino della Bruna, stanno lavorando alla descrizione di una nuova specie di Argynnis originaria della Cina: tale specie sarà conosciuta come Argynnis westphali. Io gli dico che in collezione ho due esemplari di Argynnis cinesi acquistati ad Entomodena qualche anno prima. Giusto per fugare ogni dubbio, ci mettiamo d'accordo per visionare attentamente tali esemplari.
Qualche tempo prima presso la sede della Società Entomologica Italiana, più precisamente il 28 novembre 2015, Enrico legge una pubblicazione sulla rivista Lambillionea dal titolo Description d’un Argynnis nouveau de Chine: A. gibeauxi n. sp. (Lepidoptera, Nymphalidae, Heliconiinae), il cui autore è Francis Coenen. Rientrato a casa la sera stessa, Enrico controlla subito tutti i suoi esemplari di Argynnis cinesi. Con un certo stupore non solo scopre di avere un esemplare maschio di Argynnis gibeauxi, bensì due ulteriori esemplari di una specie assolutamente inedita per la scienza. La scoperta è stata possibile grazie all'analisi dei genitali, pratica quanto mai fondamentale in casi di specie apparentemente indistinguibili dal punto di vista della morfologia esterna e della colorazione.
Il 2 gennaio dell'anno seguente ho appuntamento a casa di Enrico per far luce sulla corretta determinazione dei miei esemplari cinesi. Qualche giorno prima gli avevo già comunicato i dati scritti sui cartellini che, guarda caso, corrispondono esattamente a quelli di A. gibeauxi. La certezza non è assoluta, dato che questa nuova specie, di cui sono noti pochissimi esemplari, è simpatrica con Argynnis paphia megalegoria. Dopo una attenta e meticolosa analisi Enrico giunge alla conclusione che entrambi gli esemplari di Argynnis sono, di fatto, riconducibili ad A. gibeauxi. Nella pubblicazione di Coenen, al paragrafo relativo alla descrizione, c'è scritto "La femmina è attualmente sconosciuta". A quel momento, apparentemente, sono l'unica persona a possedere una femmina di A. gibeauxi. Realizzo che si tratta di un esemplare dall'indubbio valore scientifico, di cui sarà necessaria la descrizione. Enrico ed io concordiamo di inserire la descrizione della femmina all'interno del lavoro su A. westphali.
Durante uno spostamento da una scatola ad un'altra l'antenna destra della femmina si è spezzata; ho provveduto quindi a ripararla al meglio delle mie possibilità.
Argynnis gibeauxi durante un riordino della collezione effettuato il 21 gennaio 2016. |
Il 24 ottobre, sulla rivista tedesca NEVA (Nachrichten des Entomologischen Vereins Apollo), viene pubblicato l'articolo dal titolo New data on the species-group of Argynnis paphia in China, with description of a new taxon: Argynnis westphali sp. n. (Lepidoptera: Nymphalidae, Heliconiinae), di cui Enrico Gallo e Costantino della Bruna sono gli autori.
Riporto testualmente dal suddetto articolo - ...we have checked all the Chinese specimens of A. paphia in our collections. Out of a total of 39 specimens (23 ♂♂ and 16 ♀♀, of which 11 belong to the dark colour morph valesinides Fruhstorfer, 1907), coming from various localities of Sichuan and Zhejiang, only one ♂ collected in Sichuan not far from Ya’an presented the external features indicated by Coenen to be diagnostic of the new species. Its genitalia showed, without any doubt, that it belongs to A. gibeauxi of which, however, the female remained unknown. Soon after, checking the collection of our friend Alessandro Bisi of Genoa, we found two Chinese specimens of Argynnis, ♂ and ♀, purchased by him in 2012, exactly labelled as those of the type series of A. gibeauxi: China, Sichuan, Maipu, Jiulong, 10.–28. vii. 2008, Vladimir Major coll. In the wing pattern of these two specimens the external diagnostic characters of gibeauxi were so evident that their identification was possible with no doubts. The female is therefore hereunder described and figured for the first time.
Elenco di seguito le immagini della coppia di A. gibeauxi attualmente conservata nella mia collezione, ottenute con un nuovo dispositivo autocostruito, concepito per scattare immagini di esemplari in alta qualità.
Argynnis gibeauxi, maschio. |
Argynnis gibeauxi, femmina. |
Maschio, lato inferiore. |
Femmina, lato inferiore. |
Un carattere distintivo di questa nuova specie va ricercato sul lato inferiore dell'ala posteriore. La prima banda argentea che osserviamo, partendo dalla base, si estende fin quasi a lambire la banda mediana; questo carattere si osserva in entrambe i sessi. La stessa banda basale è visibilmente meno estesa in A. paphia.
A. gibeauxi è dedicata al lepidotterologo francese Christian Gibeaux, in ringraziamento di oltre quarant'anni di solida amicizia e collaborazione con Francis Coenen, l'autore della descrizione. In conclusione di questo post desidero ringraziare Enrico Gallo, per me carissimo amico, nonché valente maestro di entomologia. Desidero ringraziare soprattutto Francis, con cui ho avuto un piacevole scambio di messaggi in merito a questa specie durante la preparazione del post. Lui mi ha detto, tra l'altro, che i suoi esemplari sono stati acquistati dopo i miei, all'incirca due anni fa.
Grazie per aver contribuito a diffondere i più recenti sviluppi sulle specie affini alla Argynnis paphia.
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