In breve, come si fa a capire se un lepidottero è A piuttosto che Z

Sui social esistono persone che determinano, ossia identificano, con cognizione di causa o presunta tale una certa specie di farfalla o di falena, spesso senza spiegarne il motivo. Va da se che una foto di un podalirio (Iphiclides podalirius) non ha bisogno di spiegoni micidiali, così come per una vanessa occhio di pavone (Inachis io), ma per certi gruppi di specie, ed in particolare di notturne, qualche spiegazione risulterebbe tutt'altro che superflua.

La attuale conoscenza globale sulle specie di Lepidotteri, seppure non si possa definire completa, costituisce certamente una solida base su cui poggiarsi quando si rende necessario riconoscere una specie, oppure un gruppo tassonomico superiore (genere, sottogenere, famiglia, sottofamiglia, ecc.). Prendiamo come esempio un grosso papilionide della fauna italiana, il già citato podalirio. Il nome scientifico della specie è Iphiclides podalirius Linnaeus, 1758. In corsivo abbiamo, in maiuscolo, il nome del genere, in minuscolo, quello della specie, l'autore e l'anno in cui essa è stata descritta.

Inachis io, una specie di farfalla assolutamente inconfondibile.

Ciò sta a significare che in via ufficiale la farfalla chiamata podalirius, almeno in un periodo antecedente al 1758, non esisteva. Chiaramente ciò non sta a significare che tale farfalla non esistesse anche nel 1500, o all'epoca di Cristo, ma semplicemente veniva chiamata in mille altri modi nel parlato comune. Bisogna anche tener conto che l'attuale sistema di classificazione binomia fu introdotto da Linnaeus proprio nel 1758. Ogni nuova specie viene descritta ed in seguito pubblicata su di un libro o una rivista, così che all'autore sia riconosciuta la paternità della scoperta.

Ogni specie presenta caratteristiche uniche che la differenziano dalle altre; queste possono essere sia di carattere morfologico che genetico. Esistono farfalle si riconoscono solamente tramite la dissezione dei genitali, oppure tramite una località di provenienza. Fortunatamente alcuni lepidotteri, a prima vista molto simili, presentano caratteri distintivi riscontrabili nella colorazione delle ali e quindi, con un po di pratica, si possono riconoscere quasi a colpo d'occhio. La naturale variabilità individuale può risultare più o meno estrema e talvolta alcune falene, ad un occhio inesperto, potrebbero venir scambiate per due specie differenti. In fine forme e aberrazioni possono far apparire come una novità assoluta anche la farfalla più comune.

Diversi Lepidotteri messi a confronto in una tavola a colori del 1905.

Nella letteratura lepidotterologica si può trovare ampio riscontro di tutti quei nomi scientifici dati alle specie di Lepidotteri attualmente conosciuti, magari abbinati ad ampie descrizioni testuali accompagnate da esemplari reali figurati sottoforma di foto o di disegno. Per riconoscere le specie più difficili serve senza dubbio molta pratica, da svolgersi su buoni testi scientifici e divulgativi. In seconda istanza è utile (ed oserei dire fondamentale) fare molti confronti, iniziando da gruppi di specie visibilmente differenti, arrivando fino ai gruppi più difficili. I dati di località, ossia quando e dove un esemplare è stato fotografato, raccolto o avvistato non vanno mai trascurati.

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